Quella forza perversa che per troppo tempo è stata considerata un pregio.
Un manto oscuro che avvolge la verità, soffocando le urla di chi avrebbe bisogno di essere ascoltato.
È il silenzio delle donne maltrattate, una cappa mortale che impedisce loro di liberarsi dal giogo della violenza.
È il silenzio degli indifferenti, coloro che, pur vedendo tutto, scelgono di distogliere lo sguardo, diventando così complici del dolore altrui.
È il silenzio degli innocenti, intrappolati in un mondo ingiusto che non dà loro voce.
È il silenzio dei falsi saggi, coloro che nascondono la loro ignoranza dietro una maschera di finta conoscenza.
È il silenzio dei lavoratori maltrattati, privati della dignità, costretti a ingoiare ogni sopruso per il bene della loro sopravvivenza.
È il silenzio degli opportunisti, che scelgono di tacere per mero tornaconto personale, anche a costo della giustizia.
È il silenzio degli egoisti, che vivono nel loro piccolo mondo, sordi ai bisogni degli altri.
Infine, è il silenzio di chi, incapace di pensare, non ha niente da dire.
Un silenzio che non solo denota vuoto mentale, ma anche vuoto di cuore e di spirito.
Quanti anni, quanti secoli dovremo ancora aspettare per comprendere che il silenzio, pur avendo un valore di raro pregio, come reminiscenza di saggezza antica, è un bene solo quando è davvero giustificato.
Prima di quel giorno, continuerà a essere un orpello dorato, bello da vedere ma vuoto di significato, un muto testimone di colpe e dolori che non dovrebbero mai essere celati.
Firenze, 15 maggio 2024

“Complici silenzi”
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