Nel corso della storia, l’umanità è sempre stata influenzata da una serie di condizionamenti che, con il passare del tempo, sono diventati sempre più sofisticati e pervasivi.
Questi condizionamenti, spesso di natura mediatica, spingono gli individui a vivere in una realtà virtuale con gravi conseguenze concrete, anziché in una realtà autentica più vera e naturale.
Tale fenomeno risulta evidente nella costante e affannosa ricerca di ciò che è superfluo, mentre ciò che è veramente necessario sembra sfuggente e difficile da raggiungere.
I media, con le loro tecniche sofisticate, sanno come manipolare le percezioni e i desideri delle persone.
Attraverso una valanga di informazioni e immagini accattivanti, essi riescono a creare una sorta di dipendenza che porta gli individui a privilegiare l’apparenza rispetto alla sostanza.
In un mondo così costruito, il vero significato della vita rischia di perdersi in un oceano di illusioni.
Il paradosso di questa situazione risiede nel fatto che ciò di cui abbiamo veramente bisogno è spesso nascosto o reso difficile da ottenere, mentre il superfluo è costantemente a portata di mano. Questa dinamica ci ricorda la logica di un supermercato: i beni di prima necessità, come il sale e lo zucchero, sono posizionati in zone poco visibili, mentre i prodotti inutili sono esposti in modo accattivante, come sirene suadenti che attirano il viaggiatore dell’era moderna.
L’illusione del benessere, della funzionalità e dell’utilità è stata abilmente costruita per far credere alle persone che ciò che conta veramente è l’apparenza e non l’essere.
La conquista di un bene utile diventa un’impresa ardua, quasi impossibile, mentre si crea
l’ ingannevole convinzione che tutto ciò che è perfettamente inutile sia di fondamentale importanza.
Il gioco della vita, quindi, si traduce in una continua rincorsa verso ciò che può soddisfare l’occhio e il desiderio immediato, a discapito della ricerca profonda di ciò che è veramente necessario per il proprio benessere e la propria crescita interiore.
La sfida è riscoprire il valore dell’autenticità e dell’essenzialità in un mondo che ci spinge costantemente verso l’inutile e il fittizio.
In questo contesto, il gioco dell’oca moderno, che trova le sue origini nella seconda metà del XVI secolo con Francesco I de’ Medici, assume una valenza simbolica particolare.
Grazie alla sua struttura fatta di caselle interrotte da ostacoli, il gioco viene spesso utilizzato come metafora della vita, intesa come un viaggio in cui ognuno di noi è chiamato a superare ostacoli e difficoltà.
In quest’ottica, è importante riconoscere che la maggior parte di questi ostacoli sono artificialmente creati dalle ideologie e dai condizionamenti che vengono inculcati nella nostra mente.
In conclusione, riconoscere e superare i condizionamenti mediatici che ci intrappolano in una vita virtuale è fondamentale per tornare a vivere una vita reale, autentica e piena di significato.
La presa di coscienza individuale e collettiva rappresenta il primo passo verso un cambiamento profondo, che ci permetta di ritrovare la strada verso ciò che è veramente essenziale e prezioso nella nostra esistenza.
Firenze 22 giugno 2024

Credito immagine : Progetto Scuola Natura – Il gioco dell’oca

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