Recentemente, in seguito ad una discussione con mia madre e mezza giornata passata a non parlarsi per nulla, è venuta a cercarmi in camera portandomi qualcosa.
Mi portò una manciata di fogli lasciandomi in mano dicendomi solamente: “guarda cosa ho trovato! Sono piena di questi, li ho tenuti tutti.”
Erano tutti miei disegni, alcuni li ricordavo come se fossero stati fatti ieri e in certi casi mi ricordavo anche i pensieri che mi avevano portato a farli, mentre in altri delle colossali dediche” per la mamma” mi sbloccarono una serie di ricordi che per me erano ormai andati persi.
Ogni volta che da piccolo litigavo con mia mamma (ed accadeva molto spesso, ero un bambino veramente capriccioso), lei andava a chiudersi in bagno in interminabili chiamate al telefono con varie amiche per sbollire ed io, nel frattempo, avvolto dai sensi di colpa e tante volte conscio di aver esagerato, andavo a disegnare.
Il disegno che ne sarebbe ricavato sarebbe diventato un dono:ogni volta infatti, il disegno con scritto “per la mamma” veniva fatto passare dalla fessura fra il pavimento e la porta del bagno e subito veniva seguito da una bussata sulla porta che aveva il suono di scuse e dall’aprirsi di una maniglia che sapeva di perdono.

Federico Sèves diplomando all’Accademia di Belle Arti di Genova pronto per l’Erasmus a Granada

Ieri oggi domani la Rubrica di Tiziana

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